I Monumenti

Il Centro storico, dominato dalla Chiesa e dalla Torre dell’orologio, è ricco di numerose piazzette e strette vie, dette in dialetto “rue”. La chiesa dei santi Cipriano e Giustina, opera di Pietro e Giacinto Maggi e il Palazzo Municipale risalgono alla prima metà dell’800.
Nella chiesa si conservano: la statua lignea della Madonna del Suffragio e un prezioso Organo del 1833, di notevole valore artistico e storico, di Quirino e Gaetano Gennari di Lanciano. Domina il paese la Torre dell’Orologio. Troviamo inoltre: il monumento ai Caduti del 1936, la Fonte Vecchia e la Fonte Ottone e le antiche cisterne romane: Ricci, Cincola’ e Romana. Gli antichi palazzi: Volpi, Marzi e Pardi.

La scalinata
All’inizio del ‘900, si è aggiunto un importante elemento all’architettura del paese: la lunga e caratteristica scalinata.
Essa unisce via Roma con Piazza del Popolo ed è divenuta l’emblema del paese. La parte superiore della scala venne realizzata nel 1923 su progetto dell’Ing. Lino De Cecco, il lato sud fino all’inizio di via Roma venne costruito negli anni 1932 e 1933.

La Chiesa dei Santi Cipriano e Giustina
La Chiesa si affaccia su Piazza del Popolo ed è visibile, con il suo alto campanile, da qualsiasi direzione si acceda al paese.
E’ stata costruita dal 1795 al 1815, ad opera dell’Architetto Pietro Maggi e del figlio Giacinto. La Chiesa è realizzata in laterizio ed è caratterizzata nella facciata dalle possenti paraste che sostengono un’altrettanto robusta trabeazione. Sopra il portone principale si apre un finestrone con leggera cornice.
Il campanile è composto, nella parte centrale, da paraste binate e da aperture ad arco a tutto sesto. Sulla sua sommità si erge una piccola cupola ottagonale sormontata da una croce. All’interno la Chiesa, entro apposite nicchie, sono conservate le statue di San Biagio, della Madonna del Suffragio, di San Antonio, di San Vincenzo Ferreri, di San Giuseppe e di San Michele Arcangelo.
Dietro l’altare, costruito nel 1946, è posto un antico coro ligneo, restaurato, sormontato da una grande tela che rappresenta i Santi Cipriano e Giustina.
Nella chiesa si conserva un prezioso organo, realizzato nel 1833 da Quirino Gennari di Lanciano e dal figlio Gaetano. L’organo è stato poi restaurato da Felice e Carlo Burroni di Osimo.
Rilevante anche la statua lignea della Madonna del Suffragio conservata in un’apposita nicchia. La pregevole statua lignea scolpita, dorata e dipinta raffigura la Madonna con il Bambino e costituisce senz’altro un momento di presenza artistica napoletana a Colonnella.

La Torre dell’orologio
Non si conosce con certezza la data di costruzione della torre dell’orologio, che insieme alla Chiesa e la sua torre caratterizza il profilo di Colonnella. Nel 1837 venne commissionata la costruzione di un nuovo orologio e nel 1868 fu risolto un annoso problema, quello del suono debole delle campane che scandivano le ore del giorno. Approfittando che in quell’anno furono rifuse le campane del campanile della Chiesa, si decise di rifondere anche le due dell’orologio e si costruì una nuova campana più grande e dal suono più forte. Come seconda campana fu utilizzata quella della chiesa di San Leopardo che non ne aveva più bisogno in quanto quest’ultima chiesa, ubicata in Largo Palazzo, era stata demolita nel 1867.
Una nuova apparecchiatura per l’orologio della torre civica venne acquistata nel 1875. La torre è stata restaurata nel 1964 e nel 1970 dopo quasi un secolo di funzionamento, e numerose riparazioni, si decise di sostituire la macchina dell’orologio che funzionava a peso con una macchina elettrica.
L’antica macchina è comunque conservata ancora nel vano alto della torre.

Il Monumento ai Caduti
Il Monumento ai Caduti è posto al centro di piazza Garibaldi. La struttura principale venne progettato dall’Ing. Emidio Fiore di Teramo, mentre il gruppo bronzeo che lo sovrasta venne ideato dallo scultore Antonio Mazzotta. L’opera fu inaugurata l’8 dicembre 1936 dal Maresciallo Pietro Badoglio.

La Fonte Vecchia
Dai tratti architettonici e da alcune parti delle murature esistenti, è da supporre che l’origine della “Fonte vecchia”, situata in contrada Giardino, sia da ricondursi al periodo romano. Tale ipotesi viene avvalorata in quanto nell’area circostante, in passato, affioravano resti di un insediamento di epoca romana. La fonte è stata ristrutturata più volte in epoche diverse, con utilizzo di materiali a seconda delle epoche di intervento ed è dotata di un lungo cunicolo sorgivo che si inoltra nel cuore della collina per circa venti metri.

Fonte Ottone
E’ situata in contrada San Martino, lungo l’omonimo fosso. Anche questa fonte è di origine antichissima, sempre da ricondursi all’epoca romana. Infatti conserva ancora oggi l’antica toponomastica dedicata ad Ottone, imperatore romano d’oriente del periodo bizantino.

Le cisterne di epoca romana
La Cisterna Cincolà si trova sul colle Pianaccio in contrada San Martino.
Affiora per 1,70 metri dal terreno. E’ larga metri 5,90 e lunga metri 6,50. Due fori circolari sul piano superiore, del diametro di 80 cm, permettono di accedere all’interno, che è diviso in due vani rettangolari.
La volta è a botte. La cisterna è conservata in ottimo stato e fino ad alcuni anni fa veniva utilizzata per accumulo di acqua per uso irriguo.
La Cisterna Ricci, di proprietà della famiglia Ricci, si trova in contrada Vibrata, nei pressi di villa Ricci, poco distante dalla statale 259. E’ completamente interrata. Un irregolare foro sulla parte est permette l’accesso nel vano (metri 4 per 3).

Le Case di terra
Il patrimonio di case di terra che Colonnella possiede è indubbiamente pregevole. Nel territorio comunale è oggi possibile rintracciarne circa 20. Alcune di queste sono conservate in modo dignitoso ed in un paio di casi sono ancora utilizzate come abitazione.
Le case di terra vengono chiamate “pencire”. Con questo termine si indicano a Colonnella case costruite in terra cruda.
Per la loro costruzione si scavavano le fondamenta che venivano riempite con la terra impastata con paglia, con la “cama” e con un po’ d’acqua per renderla più morbida. Si aspettava poi che questa divenisse consistente man mano che si asciugava e si preparava l’impasto, formato da terra, argilla, paglia e sassolini, per innalzare i muri esterni e i divisori. Il tutto veniva energicamente lavorato con acqua. Infine si formavano dei blocchi ai quali si dava parvenza di regolarità tagliandoli con una tagliafieno. La “pencire” era generalmente ad un solo piano, formata da una camera da letto, una cucina, molto spesso anche da uno “stallitte”. Se sopravveniva la necessità di un’altra stanza, si aggiungeva una nuova costruzione, ecco perchè si possono vedere “pencire” che si estendono in lunghezza. Poteva avere il forno in una parete esterna, in modo da poter panificare autonomamente.

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